L'Infermiere espatriato nei Paesi in via di sviluppo: Cosmopolita critico ed illustre sconosciuto

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RISULTATI DELLA RICERCA

 

segue....Il profilo professionale dell'infermiere espatriato nei P.V.S. (2)

 

riconosciuta alla motivazione religiosa, interessante la ricorrenza dei motivi professionali, poiché presumibilmente rispecchia la consapevolezza della natura reciproca insita nella cooperazione, ossia della possibilità di uno scambio culturale, nonché dell'arricchimento umano e scientifico che caratterizza la relazione di aiuto. Concezione, quest'ultima, indicativa di un tendenziale superamento di schemi e modelli, in parte tuttora vigenti, che definiscono la cooperazione internazionale come uno strumento di beneficenza. In fine, risulta estremamente sorprendente la valenza marginale riconosciuta alla motivazione politica (altro pilastro fondamentale della cooperazione italiana allo sviluppo). Sempre con riferimento alla scelta, è stato chiesto agli infermieri se, ed in che misura, riconoscevano l'esistenza di fatti e/o persone che in qualche modo hanno inciso sulla loro decisione di recarsi nei Pvs. La maggioranza di essi (18 su 24) sostiene che tale impegno è stato il frutto di una lunga e personale riflessione, mentre negli altri casi sono stati segnalati diversi tipi e circostanze di condizionamento: i suggerimenti di un docente, i racconti di un collega, nonché l'ambiente familiare, politico e/o religioso. Se si considera il fatto che due terzi della popolazione osservata dichiara l'appartenenza ad un'associazione di volontariato, si comprende che l'impegno infermieristico di cooperazione generalmente assume un carattere costante e si articola sia in ambito internazionale, sia nazionale. Per la maggioranza degli infermieri (16 su 32), la decisione di occuparsi di cooperazione sanitaria italiana è stata consequenziale alla scelta di diventare infermiere e non viceversa. Considerando che la formazione di base della popolazione osservata è avvenuta negli anni settanta ed ottanta, tutti gli intervistati hanno conseguito il Diploma per infermiere professionale secondo l'ordinamento Regionale. Per quanto concerne la distribuzione di frequenza per aree geografiche, ad eccezione di un caso, tutti gli infermieri hanno conseguito il Diploma in Italia e di essi per la maggioranza in Lombardia (8 su 24). Complessivamente, due terzi del campione esaminato ha frequentato il Corso Regionale nel Nord Italia ed un terzo nel Centro Italia. La maggioranza degli infermieri ha conseguito il Diploma in un range d'età compreso tra 19 e 25 anni; nella stessa fascia d'età sono compresi gli unici infermieri (6 su 24) recatisi nei Pvs immediatamente dopo il conseguimento del Diploma, in un periodo storico compreso nel decennio 1971-1981. Per quanto concerne la formazione parallela, ossia quella avvenuta nello stesso periodo in cui era in atto la formazione infermieristica di base, soltanto una parte degli intervistati (6 su 24) dichiara di aver preso parte ad iniziative finalizzate ad una conoscenza specifica dei Pvs. Di converso, la formazione professionale post-base ha impegnato i due terzi degli infermieri (con un numero di specializzazioni che varia da una a quattro), mentre una minoranza di essi (6 su 24) non è andata oltre la formazione di base e, nella metà dei casi, ciò è stato giustificato dalla necessità di una partenza immediata. Le specializzazioni maggiormente indicate (Infermiere Professionale Abilitato a Funzioni Direttive, Docente di assistenza infermieristica, Assistenza Sanitaria di Base e Medicina Tropicale) rispecchiano altrettanti ambiti di intervento prioritario e specifico del personale infermieristico espatriato nei Pvs. Il corso di medicina tropicale per infermieri rappresenta una delle specializzazioni maggiormente richieste al personale infermieristico che desidera prestare la propria opera nei Pvs. La partecipazione a questo corso, per gli infermieri che non hanno precedenti esperienze di espatrio, coincide "obbligatoriamente" con la prima migrazione oltre il confine italiano: Spagna, Belgio o Inghilterra. Questa condizione, seppur rappresenti un'opportunità per nuove conoscenze, proprio per il suo carattere obbligatorio esprime uno dei tanti limiti della formazione possibile in Italia, dove tuttora non esiste una sede che permetta tale specializzazione. Nonostante ciò, la maggioranza degli infermieri intervistati (14 su 24) dichiara di aver frequentato tale corso e conseguito il Diploma. Lo studio e la conoscenza di una o più lingue straniere è un altro ambito altrettanto essenziale che caratterizza la formazione permanente del personale infermieristico impegnato nei progetti di cooperazione sanitaria italiana con i Pvs. A tal proposito le informazioni emerse dall'analisi del questionario mostrano che la quasi totalità degli infermieri espatriati (20 su 24) conosce più lingue straniere (da un minimo di due ad un massimo di cinque). Il livello di tale conoscenza, nella metà dei casi, è ottimo, ossia verbale e scritto, mentre l'altra metà ne ha una conoscenza sostanzialmente verbale. Come accennato precedentemente, soltanto la minoranza della popolazione infermieristica (6 su 24) ha affrontato la sua prima esperienza di cooperazione sanitaria italiana immediatamente dopo il conseguimento del Diploma di Infermiere Professionale, pertanto i due terzi del personale sanitario cooperante o volontario ha vissuto la prima esperienza di cooperazione, in qualità di infermiere professionale, sulla base di un'esperienza lavorativa articolata in almeno due o tré periodi diversi ed in altrettante Unità Operative, per un tempo compreso tra 3 e 14 anni. Le Unità Operative maggiormente segnalate sono: chirurgia generale, pronto soccorso, terapia intensiva, rianimazione emodialisi e pediatria. Chiamati ad esprimere un'opinione circa la loro preparazione, rispetto alle competenze e responsabilità richieste loro nei Pvs, la maggioranza degli infermieri (Figura 1)

giudica insufficiente il livello e la qualità della formazione di base acquisita in Italia, questo almeno per tre motivi: 1) la metodologia ed i principali ambiti dell'intervento infermieristico nei Pvs non trovano uno spazio sufficiente nella formazione

 

segue parte 3