CIRCOLARE 1
Carnevale e Rivolte
di Sandra Biondo
Dal numero di Aprile 2001
iniziamo una nuova importante collaborazione con Sandra Biondo, bolognese
che dal 1982 frequenta gli ambienti delle ONG di Cooperazione
Internazionale. Dal 1991 Sandra vive e lavora in Brasile,
inizialmente come volontaria in un progetto di sviluppo educativo
(un centro di formazione professionale ed animazione sociale) promosso dal
VIS di Roma a Matriz de Camargibe (stato di Alagoas, regione della canna,
Nordest del paese). Fra il 97 e il 98 ha lavorato in un progetto sanitario
promosso dall'AIFO di Bologna a Goiânia, nel Centro-Ovest del Brasile; il
progetto consisteva in una collaborazione con la Segreteria di Sanità
dello Stato di Goiás nell'azione di sradicamento dell'hanseniasi, che in
quella regione ha indici molto alti. Dal settembre 1998 vive a
Recife, dove coordina un progetto promosso ancora una volta dal VIS,
in appoggio ad una scuola professionalizzante che forma al lavoro
adolescenti e giovani delle classi popolari, e svolge attività
socializzanti e di sostegno scolastico con i bambini delle favelas
circostanti. Oltre a lavorare nel progetto, insegna italiano ad un gruppo
di seminaristi salesiani e frequenta il terzo anno di Filosofia
all'Università Cattolica di Recife. Un elemento importante del suo lavoro
è, oltre all'azione concreta di trasformazione della società, l'azione
informativa e di sensibilizzazione con le persone che sono in Italia, e
che del Brasile hanno spesso un'immagine mitificata o mistificata dai
mezzi di comunicazione di massa. Per questo motivo, e per l'amicizia
"virtuale" e la stima che ci lega ormai da tempo, da oggi Sandra sarà la
nostra testimonianza dal Brasile. Chi fosse interessato a ricevere alcuni
atricoli e lettere scritte negli anni 1997 e 2000, può contattarla
all'indirizzo biondo@elogica.com.br |
Recife,
27 febbraio 2001
Anche
quest'anno sta terminando il Carnevale, la Festa per antonomasia in
quasi tutte le regioni del Brasile. Il primo carnevale del millennio
è stato particolarmente significativo qui a Recife e a Olinda, dove
sono stare recuperate molte tradizioni popolari; niente musica
elettronica, ma solo il Frevo, il ritmo tipico del carnevale
nordestino, e molta, molta gente per le strade del centro storico
delle due città. Sabato scorso il blocco "Galo da Madrugada" (Gallo
del mattino) ha sfilato per le vie di Recife con un milione e mezzo
di persone al suono del Frevo, amplificato da 24 "Trios Elétricos",
enormi TIR attrezzati con impianti acustici assordanti e dietro ai
quali la moltitudine salta e danza. Anche quest'anno il "galo"
entrerà nel Guinnes dei primati come il blocco carnevalesco più
grande del mondo. A differenza dei carnevali di Rio de Janeiro e di
S. Paulo, le cui sfilate sono organizzate ormai quasi solo a fini
commerciali (i costumi costano fra i 40 e 200 dollari l'uno, e le
Escolas de Samba sono una palco di popolarità per attoruncoli e
attricette quasi famosi), il carnevale di Recife e Olinda è... libero
e gratuito, basta avere un biglietto dell'autobus e si può andare in
piazza a ballare in tutta libertà, anche in bermuda e ciabatte.
Questo non toglie alle sfilate del carnevale di Rio un fascino
straordinario, soprattutto per noi europei: colori, suoni,
coreografie, la bellezza dei corpi e dei sorrisi, il ritmo sensuale
del samba, sono elementi che riescono ad "ipnotizzare" anche il più
insensibile fra gli umani. In
mezzo al divertimento della moltitudine, anche molte persone che
lavorano duro, vendendo acqua minerale, bibite, birre, panini e
frutta, approfittando del momento propizio per guadagnare qualche
soldino; e poi medici e infermieri al Pronto Soccorso degli ospedali
cittadini (oltre 5000 interventi d'emergenza da venerdì a stamattina
solo a Recife e Olinda), poliziotti civili e militari a garantire la
sicurezza (circa 2000 occorrenze registrate, la maggioranza borseggi
e percosse), autisti di autobus, taxi e veicoli di trasporto
alternativo, ristoratori e persone che lavorano negli alberghi
strapieni di turisti... insomma una grande macchina del divertimento,
dello sfogo, dell'espressione della cultura popolare, con tutti i pro
e contro del caso... un carnevale è quel che ci vuole per respirare
la quintessenza della brasilianità.
Appena
una settimana fa non si parlava quasi del carnevale, ma solo della
spaventosa rivolta nelle prigioni dello stato di S. Paulo, di cui hanno
parlato anche i giornali europei. Un grande "sindacato dei carcerati"
si è costituito e ampliato negli ultimi 8 anni, e 32 istituti di
detenzione e pena si sono ribellati allo stesso momento, domenica 25
febbraio, durante le visite dei parenti. Oltre 2000 familiari (la
maggioranza bambini e donne, molte anche incinte) sono stati tenuti
in ostaggio, e la Segreteria Statale di Sicurezza di S. Paulo è stata
messa momentaneamente in scacco. Il terrore dei familiari (peraltro
trattati benissimo nelle 24 ore di "sequestro") era che entrassero le
Squadre d'Assalto della Polizia Militare, responsabili del massacro
alla prigione del Carandiru nel 1993. Senza entrare nel merito
della legittimità o meno di usare questi sistemi per far sentire la
propria voce, vale la pena di ricordare che le condizioni di
detenzione e pena qui in Brasile sono indecenti. Si usa dire che le
prigioni sono fatte per le 3 P: Pretos (negri), Pobres (poveri) e
Prostitutas... nelle celle i detenuti sono costretti a fare i turni per
dormire, perché lo spazio fisico è insufficiente a volte anche solo a
far sì che tutti stiano seduti allo stesso tempo... molti hanno
imparato a dormire appesi alle sbarre... le mafie la fanno da
padrone, ed è impensabile che in queste condizioni la pena possa
avere come obiettivo il recupero del criminale alla società.
Eppure nel sud del paese (principalmente negli stati del Paranà e Rio
Grande do Sul) ci sono carceri-fattorie e carceri-fabbrica, in cui i
detenuti lavorano, guadagnano un piccolo stipendio che è messo da
parte per quando saranno liberati, studiano. Esperienze modello che
si scontrano con una realtà disumana oramai "incallita" nella
mentalità corrente, per cui il criminale è un rifiuto della società
che non merita di essere trattato come un essere umano.
Fra un frevo, un samba e una rivolta dei detenuti, l'ex-presidente
delSenato, Antonio Carlos Magalhães (conosciuto come ACM, il "capo
indiano" dello stato di Bahia), spara a destra e a manca contro i
suoi avversari, e rischia un'incriminazione per "mancanza di decoro
parlamentare"... ma poiché è un personaggio molto potente, di cui
molti hanno paura,probabilmente anche quest'ultima sparata resterà senza
conseguenze e ACM continuerà ad essere reverenziato da amici e
nemici. Tutto il mondo è paese, e ognuno ha i Berlusconi che si
merita....
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Pagina Pubblicata il 1/4/01