BOTTA E RISPOSTA
Luca Littarru
Ci scrive una mail Roberta, collega
che segue Infermieri Eretici. Ci scrive e ci invia l'articolo di Massimo
Gramellini.
Lo leggiamo. Lo rileggiamo.
Se fosse stato un
documento cartaceo l'avremmo stracciato... fortunatamente, stracciare il video è
più difficile....
Ci dormo sopra. E poi gli rispondo...
Passano alcuni
giorni, e Massimo Gramellini ci scrive. Si scusa...
Nell'attesa della sua redenzione, pubblichiamo questo botta e risposta.
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Per chi ha fede,
morire è un buon affare. Dispiace che lo sia anche per qualcuno di quelli
che restano giù. La Becchinopoli torinese racconta il declino di uno dei
mestieri più amati dai bambini e svergognati dagli adulti: l’infermiere.
Il sistema sanitario ha fatto di tutto per abbrutire la categoria,
offrendo stipendi ridicoli in cambio di una certa elasticità nei
controlli, che consente a molti di arrotondare in nero con l’assistenza a
domicilio di quei malati che preferiscono curarsi in casa e che dopo
questa storia lo preferiranno sempre di più. Troppo comodo, però, dare
ogni colpa alle leggi. |
La nostra replica all'articolo
Egregio Dott. Gramellini,
ho letto questa mattina il suo articolo sugli infermieri intitolato "Il
camice dell'affarista", 12 Giugno 200. Indignato per ciò che scriveva
(anche io sono un infermiere professionale) ho iniziato una discussione
sul nostro forum. Non le ho scritto subito perchè altrimenti, onestamente,
l'avrei insultata. Smontavo da una notte faticosissima, passata ad ascoltare
i deliri ed i fantasmi degli ospiti della comunità dove lavoro. Ora sono
meno stanco e più lucido.
Ho appreso dal nostro forum (www.nursesarea.it/bacheca) che alcuni
colleghi le hanno scritto, come auspicavo. Ho letto anche la sua lettera di scuse.
Questo mi fa piacere. Però proprio perchè Lei è un professionista serio,
proprio perchè Lei scrive su un quotidiano importante, non può mettersi
a scrivere di stupri, di notti hard, di lobby funebri eccetera alle 10 di sera
e pretendere che gli infermieri non si incazzino quando li addita come
responsabili. Provi a scambiare i panni, forse capirà. Io non sono un
giornalista, non ho la sua fama ne il suo denaro: però prima di mettermi
a scrivere di cose che non so ci penserei ugualmente due volte. E se
friggessi hamburger, mi creda, forse guadagnerei qualche soldo in più, avrei meno
responsabilità e passerei le notti e i fine settiamana a coltivare la
mia vita, anzichè stare a fare un lavoro che io amo, ma che anche a causa di
articoli come il suo e dei suoi colleghi non ha ancora, agli occhi della
gente, la dignità sociale e professionale che merita.
La invito a scrivere una lettera di scuse che sarò lieto di pubblicare
sulla nostra rivista elettronica "Infermieri
Eretici".
La ringrazio per l'attenzione
Cordialmente
Luca Littarru, Infermiere professionale.
Ecco la risposta...
Caro signor Littarru,
rispondo volentieri al suo invito e le invio una lettera di stra-scuse per
tutti gli infermieri professionali che si siano sentiti offesi dalle mie
osservazioni, scritte a caldo, sull'onda dell'indignazione per la faccenda
delle tangenti nelle camere mortuarie.
Non intendevo ovviamente generalizzare, accusando tutti gli infermieri di
assomigliare a quei loro simil-colleghi fetentoni. Di quel pezzo rimangono
validi, credo, la denuncia dei vostri stipendi da fame e la necessità, per
chi intraprende un mestiere così delicato, di essere mosso da impulsi più
profondi di quelli che motivano - chessò un avvocato, un droghiere o (ebbene
sì) un giornalista. Lo so che quest'ultima frase non vi convincerà, ma io
penso veramente che l'infermiere sia una missione. Che (aggiungo) andrebbe
lautamente ricompensata, mentre invece vi pagano come i friggitori di hamburger.
Ancora scusa e spero di riscattarmi presto.
Massimo Gramellini
Pagina pubblicata il 01/07/01